Non pensate a un elefante: Eni, Report ed il Framing

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Framing eni report

Ho già parlato questa settimana di Eni e Report in [un lungo editoriale oped su CheFuturo!][1] e qui [sul blog][2] ma rimaneva qualcosa ancora da dire sul rapporto malato tra le notizie ed il giornalismo, e tra il giornalismo come dovrebbe essere e la mia professione all’interno della [Gestione della Reputazione][3] Digitale.

A darmi l’opportunità di completare il discorso è al solito l’ottimo [Jacopo Paoletti][ja], che in una [articolo corale][ja] pubblicato oggi mi da l’opportunità di chiudere una ampia riflessione a più voci con la questione del Framing in Italia, che meritava una analisi dedicata.

Ecco la mia riflessione, rimandandovi all'[articolo completo][ja]:

> La domanda principale credo che sia abbastanza banale: “Dove è finito il giornalismo italiano”? Dove è finita l’indagine, l’analisi, il servizio di approfondimento offerto al pubblico da una così nobile professione come quella del Giornalista? Sappiamo da anni che i blog e la rete rispondono alle esigenze di informazione immediata e “veloce”, fortemente Oped, che l’utente vuole conoscere nell’immediato, e che sta al giornalismo l’approfondimento delle tematiche e la conferma o smentita dei fatti. Ma i giornali alla ricerca di click si concentra o sull’informazione spicciola e a buon mercato, entrando di prepotenza nell’area dei blogger ma non portando con sé il bagaglio di esperienza che li contraddistingue, sempre alla ricerca del sensazionalismo a buon mercato e della gaffe o sparata del personaggio pubblico, che porta veloci e facili click. Il lavoro invece raffinato non paga altrettanto ed è bistrattato…
> Lo sa bene Eni e lo sapeva bene Kahneman quando vinse proprio su questi argomenti un Nobel: conosceva infatti i meccanismi che Eni ha usato (e non solo Eni) e che prendono il nome di “framing”. Ed il framing consiste proprio nel creare un differente punto di vista che offra soddisfazioni minuscole immediate e danni a lungo termine invece della rovescia, poiché gli esseri umani sono sensibilissimi abba gratificazione a breve termine. E questo principio è diventato nel nostro campo, quello dei professionisti della Reputazione Digitale, quasi un a certezza matematica su cui contare: applicato alla comunicazione infatti il framing ti dice che tutta la stampa parlerà dell’azione più “notiziabile” e facile da narrare, ignorando il resto. parlerà delle feste, del siparietto divertente, delle gaffe, del gesto romantico o compassionevole, della capacità di comunicare meglio di Report. Tacendo, ovviamente, quanto vi è sotto perché non pronto e pre-digerito ma necessario di un lavoro ulteriore.
> Non nascondo che questo atteggiamento da parte della totalità degli organi informativi nazionali (salvo qualche saltuaria eccezione, che comunque appare solo come una “deviazione”) sia molto comoda per la mia professione, ma rimane il problema principale: dove è finita l’Informazione in Italia? Si è davvero trasformata al 100% in un palcoscenico di sensazioni pre-digerite proposte che danno l’interesse e l’emozione di un secondo o permane ancora qualcosa in più?

Vi lascio un po’ di approdonfimenti:

* L’ottimo [articolo di Jacopo][ja] sulla narrazione della vicenda
* Il mio [editoriale su CheFuturo!][1] e qui [sul blog][2]
* L'[articolo corale di Jacopo][ja] pubblicato oggi

E, come sempre, Estote Parati…

[1]: http://www.chefuturo.it/2015/12/report-contro-eni/
[2]: http://mgpf.it/2015/12/17/eni-vs-report-quando-la-battaglia-diventa-asimmetrica-e-crossmediale.html
[3]: http://thefool.it
[ja]: http://jcp.im/2015/12/20/enivsreport-e-la-differenza-fra-comunicazione-ed-informazione/

l'autore

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
Puoi trovare informazioni su di me ed i miei contatti sul mio sito personale, compresi i link a tutti i social, mentre qui mi limito a raccogliere da oltre quattro lustri i miei pensieri sparsi.
Buona lettura.

di Matteo Flora

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
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